Nell’articolo precedente ho analizzato gli infortuni nei vari sport di forza con i pesi, e (riassumendo) nello strongman ci sono un pò più di infortuni, ma poca roba.

Ci sono infortuni al bicipite che alzano la conta, ma se si guarda alla schiena non c’è poi sta gran differenza rispetto ad altri sport con il bilanciere.

Ora vorrei cercare di spiegare perché non ci sono stragi di schiene, unendo un pò di teoria con la mia esperienza in questi movimenti.

LO SCENARIO IDEALE:

Ho parlato in altri momenti di quale sia la strategia più sicura per la schiena quando si solleva roba pesante, e la si può schematizzare così:

– schiena in posizione neutra

– tronco e colonna stabilizzata attivamente dalla muscolatura il più possibile per mantenere ferma la posizione

– le articolazioni distali (anca e ginocchio principalmente) fanno il lavoro attivo muovendo il peso.

Questa è la situazione ideale, che non significa immunità contro ogni infortunio, solo il minor rischio.

So che è un tema controverso in tempi recenti, va un pò di moda sostenere che non sia vero che esiste una tecnica corretta e che si può sollevare pesi anche in modo ignobile che tanto non cambia nulla, ma non sono d’accordo. Per chi fosse interessato, ne ho più volte parlato sulla mia pagina.

OK, MA GLI STRONGMAN NON FANNO COSÌ E NON SI ROMPONO:

se è vero quanto detto qui sopra, perché vediamo strongman sollevare atlas stone tutti curvi e non rompersi?

A prima vista sembra che facciano un sacco di cose molto pericolose e molto dannose per la schiena, ma perché non ci sono gli infortuni che ci si aspetterebbe di trovare?

1) scenari meno ideali ma non per questo mortali.

Se la cosa più prudente è attraversare la strada solo a semaforo verde, non significa in automatico che sia impossibile passare con il rosso senza morire investiti.

Per quanto riguarda la colonna, fare un sollevamento con la schiena un pò flessa (ma non al range estremo) e comunque stabilizzata molto bene da montagne di muscoli è una situazione meno sicura di quella ideale, ma comunque non così tragica.

Se la colonna infatti resta ferma e bloccata, anche se un pò flessa, il grosso del lavoro lo fanno lo stesso anca e ginocchio. Se si resta poi lontani dai range estremi sotto carico (massima flessione o massima estensione), a patto di mantenere la colonna ferma con contrazione isometrica degli stabilizzatori, non si arriva a mettere così tanto in tensione e stress le componenti connettivali passive della schiena (legamenti, capsule, fasce ecc).

Per far capire cosa intendo, se lo stacco parto già messo un pò in flessione, ma son duro come una roccia e il peso lo alzo estendendo l’anca e con zero movimento della colonna, sarà brutto da vedere ma non così tanto più rischioso. Attenzione perché è una cosa difficile da fare, e ci vuole un certo occhio per vederlo. Mi raccomando eh, perché poi si vedono pler di elite che lo fanno e vengono usati come prova che si possa alzare pesi a caso, quando è l’esatto contrario!

2)i carichi sono leggeri (per loro). Questo è uno dei punti che sembra banale ma non lo è, perché non è scontato pensare che sollevare una pietra di 200kg sia leggero. Dobbiamo tenere a mente però che questi tori che vediamo fare questi sollevamenti strani con pesi disumani stanno in realtà alzando pesi relativamente leggeri per loro. Stiamo parlando di “uomini” grandi letteralmente il doppio di una persona bella grossa, che di stacco sollevano ben oltre i 400kg, gente che spinge di military 180/200kg, fanno i max reps con 350kg di squat…. Insomma, pesi disumani. In rapporto a questo, sollevare una atlas stone di 180 kg, o un barile di 130kg è un peso “leggero” relativamente a quello che la loro schiena regge ed è allenata a sopportare. Se lo fa una persona normale, ammesso che la sollevi una pietra del genere, si rompe, ma se lo fanno loro no, perché per loro è leggero. Potrebbe essere paragonabile al sollevare il tagliaerba per una persona normale.

3)il fattore limitante di solito è altro. Il fatto che i pesi siano “relativamente leggeri” per loro non significa che sia facile. Infatti a volte non riescono a completare tutte le prove o comunque se le devono sudare eccome. Spesso e volentieri in queste prove il fattore limitante non è la schiena o il peso in sé, ma il fatto che l’oggetto è molto strano e scomodo da maneggiare, o che cede prima la presa, o che lo strumento sia molto instabile e difficile da controllare. Se si prova una atlas stone bella pesante ci si rende conto che già con poco peso si va in crisi, perché scivola, è scomoda, cade ecc.. Raramente è la schiena il problema, e lo stesso per altre prove.

Avete presente la sensazione che avete quando dovete trasportare da soli uno scatolone grande ed ingombrante che non riuscite a prendere bene? Ecco, fate una fatica bestia con pesi che in realtà per la vostra schiena sono leggeri.

4)non sembra ma c’è una tecnica corretta, anche sulle alzate più strane.

Nella mia home gym ho attrezzatura strongman, ci ho giocato un pò con il log, con i farmers, ho costruito e sperimentato con le atlas stone (e anche fatto malanni) quanto basta per rendermi conto che la tecnica corretta esiste eccome. Non sono esperto di strongman assolutamente, mi si perdoni se sono impreciso, ma ho potuto sperimentare sulla mia pelle che le atlas stone o un log lift, per esempio, sono molto meno tassati sulla schiena di quanto possa sembrare da fuori. Il modo corretto di fare queste prove minimizza tantissimo le ingiurie alla schiena, sopratutto se si fanno i sollevamenti in due parti (che è quello che si fa di solito quando è più pesante): in una prima fase si solleva la atlas e la si appoggia sulle ginocchia, e mentre lei riposa lì ci si raddrizza per poi abbracciarla e fare un front squat. C’è veramente poca flesso estensione della colonna sotto carico. Praticamente si potrebbe dire che le sensazioni sono prima una specie di rematore e poi un front squat. Anche nel log, le dinamiche sono simili, solo che nella fase di “front” si fa letteralmente rotolare sul torace il log per farlo arrivare alle spalle.

Vi invito a provare e sbatterci un pò la testa, vi assicuro che la schiena soffre molto molto meno di quanto possa sembrare.

5)la schiena si allena e si adatta. Questo è il punto fondamentale, il corpo di questi atleti negli anni si adatta e diventa più resistente (se si fanno le cose bene).

PER CONCLUDERE :

riassumendo possiamo dire che per un mix di fattori nel complesso la schiena è meno sollecitata di quanto possa apparire, e che con progressivo allenamento e la tecnica corretta questi atleti riescono a fare cose impensabili per le persone normali.

È vero che spesso si trovano in scenari non ideali per la sicurezza, non sempre passano con il semaforo verde, ma questi atleti hanno trovato tutte le strategie e gli adattamenti per minimizzare i rischi.


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